A cheerful girl holds a flag during a lively outdoor protest, celebrating cultural identity.

Indignato o programmato?
LA PALESTINA NEL FEED DELLA COSCIENZA

Mi sono chiesto se fossi davvero indignato — o solo ottimizzato.

Scorri. Metti mi piace. Condividi. Indignati. Ma ti sei mai chiesto se quella indignazione sia davvero tua? O se ti sia stata consegnata, pronta all’uso?

L’articolo di Follow The Algorithm ha incrinato qualcosa che credevo solido. Parla della Palestina, sì — ma non quella geopolitica, bensì quella che inonda i nostri feed: proteste, caroselli, riprese da droni con un pianoforte malinconico. Una Palestina diventata contenuto. Simbolo. Marchio.

E mentre scorrevo, mi ha colpito: non era la tragedia a scuotermi — era la performance. E io ero lì, parte di una coreografia emotiva globale mascherata da coscienza.

“Sai davvero perché ti importa?”
“La tua rabbia è una scelta o un riflesso?”
“Agisci per consapevolezza o per algoritmo?”

È allora che tutto si illumina: la lotta è reale — ma il nostro modo di viverla è compromesso.

Viviamo in un mondo dove ogni emozione rischia di essere guidata dall’esperienza utente, ottimizzata per l’engagement, su misura per reel e storie. Le nostre identità politiche sono diventate un’estensione dei nostri avatar online. Una pelle temporanea. Un distintivo. Un’atmosfera.

Ci viene assegnato un ruolo per recitare l’indignazione. Ma chi ha scritto la sceneggiatura? Quante delle nostre posizioni sono davvero meditate, elaborate, combattute? E quante sono semplici scorciatoie emotive in una timeline?

Questo non è una critica alla causa palestinese — sarebbe troppo facile. È una critica al modo automatizzato con cui adottiamo le cause. Più estetico che etico. Un attivismo prêt-à-porter.

In un mondo dipendente dall’immediatezza, rallentare per dubitare è già una rivoluzione. Dubitare anche di se stessi. Soprattutto di se stessi.

Perché se la tua mente è il campo di battaglia, l’algoritmo ha già lanciato l’attacco.

Ecco il link che ha infranto lo specchio:
https://followthealgorithm.com/were-all-pro-palestine-but-who-decided-for-us/

Non sto dicendo “cancella il post” o “non condividere più”.
Sto dicendo: rallenta. Pensa. Chiediti.
La vera indignazione inizia dentro — non con un click.

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